Tra le divinità più affascinanti della mitologia egizia, Nut occupa un ruolo centrale come dea del cielo e madre di alcune delle figure più importanti del pantheon egizio. Raffigurata come un’enorme figura femminile arcuata sopra la terra, Nut rappresenta il cielo notturno, il ciclo della rinascita e la protezione dei defunti nel viaggio verso l’aldilà.
Secondo gli antichi testi egizi, Nut era la figlia di Shu, dio dell’aria, e Tefnut, dea dell’umidità, ed era la compagna di Geb, dio della terra. Insieme generarono divinità fondamentali come Osiride, Iside, Seth e Nefti, dando origine alla cosiddetta Enneade di Eliopoli.
Oltre a essere una figura cosmologica di grande rilievo, Nut era considerata la madre del sole, poiché ogni sera ingoiava Ra, il dio solare, per poi farlo rinascere ogni mattina. Questo mito del viaggio del sole attraverso il suo corpo simboleggiava il ciclo della vita e il rinnovamento costante del tempo.
Ma qual era il ruolo di Nut nella religione egizia? Perché veniva raffigurata con un corpo ricoperto di stelle? E in che modo la sua influenza si estendeva fino all’aldilà? In questo articolo esploreremo miti, leggende e significati simbolici legati a questa affascinante divinità, scoprendo la sua connessione con la morte, la rinascita e il cosmo.
Chi è Nut? Origini e Genealogia della Dea del Cielo
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Nut è una delle figure più antiche e affascinanti della mitologia egizia, considerata la dea del cielo e madre di alcune delle divinità più importanti del pantheon egizio. Il suo ruolo non era solo cosmologico, ma anche legato alla rinascita, al tempo e all’aldilà, influenzando profondamente la religione dell’Antico Egitto.
Le Origini di Nut: Figlia degli Dei Primordiali
Secondo la teologia eliopolitana, Nut era figlia di Shu, dio dell’aria, e Tefnut, dea dell’umidità. I suoi genitori facevano parte della cosiddetta Enneade di Eliopoli, un gruppo di nove divinità primordiali che rappresentavano le forze elementari della creazione. Nut, in particolare, incarnava il cielo stellato, mentre suo fratello e compagno Geb rappresentava la terra.
Il mito racconta che all’inizio dei tempi, Nut e Geb erano uniti in un abbraccio eterno, fino a quando il padre Shu li separò, sollevando Nut al di sopra della terra e creando così lo spazio tra il cielo e la terra. Questo evento fu essenziale per stabilire l’ordine cosmico, un concetto fondamentale nella religione egizia noto come Maat, ovvero l’equilibrio universale.
Nut, la Madre degli Dei: I Figli di Nut e Geb
Dall’unione tra Nut e Geb nacquero quattro dei più importanti dèi egizi:
- Osiride, dio della morte e della resurrezione, considerato il primo faraone divino.
- Iside, la dea della magia e della maternità, protettrice dei faraoni.
- Seth, il dio del caos e delle tempeste, colui che avrebbe ucciso Osiride.
- Nefti, la dea dell’oscurità e della protezione, spesso associata ai riti funerari.
Secondo un mito molto noto, Ra, il dio del sole, aveva proibito a Nut di partorire nei giorni dell’anno. Grazie all’astuzia del dio Thot, furono creati cinque giorni epagomeni (ossia giorni fuori dal normale calendario di 360 giorni), durante i quali Nut poté dare alla luce i suoi figli. Questo mito non solo spiegava l’origine delle divinità principali, ma serviva anche a giustificare il calendario egizio e il concetto di tempo ciclico.
Il Simbolismo di Nut come Dea del Cielo
Nut è spesso raffigurata come una donna arcuata sopra la terra, con il corpo ricoperto di stelle, a simboleggiare il cielo notturno. La sua figura si estende da un orizzonte all’altro, mentre Geb giace sotto di lei. Questa rappresentazione visiva era una delle più iconiche dell’arte egizia, enfatizzando il suo ruolo come madre del cosmo e portatrice dell’eterno ciclo del giorno e della notte.
Nut non era solo una divinità cosmica, ma anche una figura materna e protettiva. I suoi figli non erano semplicemente divinità importanti, ma incarnavano le forze della vita, della morte e della rinascita, rendendo Nut un elemento centrale nella concezione egizia dell’universo.
Nut e la Creazione del Mondo: Il Mito della Separazione tra Cielo e Terra
Nella cosmologia egizia, la separazione tra Nut, la dea del cielo, e Geb, il dio della terra, è uno degli eventi più significativi della creazione del mondo. Questo mito spiega non solo la struttura dell’universo secondo gli antichi Egizi, ma anche il ciclo della vita, della morte e della rinascita.
Il Mito della Separazione: Nut, Geb e Shu
All’inizio dei tempi, il cielo e la terra erano una cosa sola. Nut e Geb erano strettamente abbracciati, in un’unione così forte che nulla poteva esistere tra loro. Tuttavia, il dio del sole Ra ordinò che l’universo venisse organizzato e che la luce potesse diffondersi.
Fu allora che intervenne Shu, il dio dell’aria e del vento, padre di Nut e Geb. Con la sua forza, Shu sollevò Nut verso l’alto, separandola per sempre da Geb e creando lo spazio in cui gli esseri umani avrebbero potuto esistere. La posizione arcuata di Nut, raffigurata come una donna distesa sopra la terra con le mani e i piedi che toccano l’orizzonte, simboleggiava questa separazione eterna.
Questa immagine divenne un’iconografia potente nell’arte egizia, rappresentando Nut come il cielo che protegge la terra, mentre Shu, in piedi con le braccia alzate, continua a tenere separati cielo e terra per mantenere l’ordine cosmico.
Il Ruolo di Nut nel Ciclo della Vita e della Morte
La separazione tra Nut e Geb non era solo un evento cosmologico, ma aveva anche una profonda valenza simbolica. Nut divenne il cielo stellato che avvolgeva il mondo, mentre Geb rimase la terra fertile che dava vita agli uomini e agli animali. Questo dualismo incarnava il concetto di Maat, l’ordine universale che governa il cosmo secondo l’equilibrio perfetto tra forze opposte.
Nut era anche vista come la porta verso l’aldilà. Secondo alcune credenze, quando una persona moriva, la sua anima viaggiava attraverso il corpo di Nut, che la accoglieva come una madre accoglie i suoi figli. Il ciclo del sole, che ogni notte scompariva nel suo ventre per poi rinascere all’alba, era una potente metafora della rinascita dell’anima nell’aldilà.
Il Simbolismo della Separazione: La Creazione del Tempo e dello Spazio
Il mito della separazione tra Nut e Geb non spiegava solo la formazione dell’universo, ma anche la creazione del tempo e dello spazio. Prima di questo evento, il tempo era un concetto informe e indefinito. Con l’innalzamento di Nut, nacque la distinzione tra giorno e notte, tra il sopra e il sotto, tra il visibile e l’invisibile.
Questo spiega perché Nut fosse associata al ciclo del tempo e alla protezione del faraone nell’aldilà. Nei Testi delle Piramidi, il faraone morto viene spesso descritto come “figlio di Nut”, e il suo corpo è accolto da lei nel cielo per vivere eternamente tra le stelle.
Nut e la Profezia del Destino
Un altro mito affascinante riguarda un’antica profezia legata a Nut. Si racconta che Ra, il dio del sole, venne a sapere che uno dei figli di Nut avrebbe regnato al suo posto. Temendo di perdere il trono, Ra maledisse Nut, impedendole di partorire in qualsiasi giorno dell’anno.
Fu solo grazie all’astuzia del dio Thot, signore della saggezza, che la dea poté dare alla luce i suoi figli. Thot vinse a dadi con la Luna e ottenne abbastanza luce per creare cinque giorni epagomeni fuori dal normale calendario di 360 giorni. Fu in questi giorni aggiuntivi che Nut poté finalmente partorire Osiride, Iside, Seth e Nefti, dando origine alla stirpe divina che avrebbe segnato la storia dell’Antico Egitto.
Il Ruolo di Nut nel Viaggio del Sole e il Tempo
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Nut non era solo la dea del cielo, ma anche la madre simbolica del sole, influenzando direttamente il concetto egizio di tempo e rinascita. Ogni giorno, il dio solare Ra attraversava il cielo a bordo della sua barca, compiendo un viaggio ciclico che scandiva il giorno e la notte. Nut rappresentava quindi il ciclo della rinascita, fungendo da portale tra la vita e l’aldilà.
Nut e il Viaggio Quotidiano del Sole
Nella mitologia egizia, il sole non era visto come un semplice astro, ma come una divinità vivente: Ra, il dio del sole, che ogni giorno compiva un viaggio attraverso il corpo di Nut.
- All’alba, Ra rinasce dal ventre di Nut, emergendo dall’orizzonte orientale come un neonato divino.
- Durante il giorno, viaggia attraverso il cielo, visibile agli uomini come un disco luminoso.
- Al tramonto, il sole viene “inghiottito” dalla bocca di Nut nell’orizzonte occidentale.
- Durante la notte, Ra attraversa il mondo sotterraneo (Duat) nel corpo di Nut, affrontando pericoli e forze oscure prima di rinascere all’alba.
Questa immagine di Nut che “partorisce” il sole ogni mattina e lo “inghiotte” ogni sera non era solo una rappresentazione poetica, ma una spiegazione mitologica del ciclo del giorno e della notte.
Nut e il Ciclo del Tempo: Il Legame con il Calendario Egizio
Il legame tra Nut e il tempo era talmente forte che il suo corpo stesso era associato al calendario egizio. Secondo alcuni testi religiosi, Nut era divisa in 12 sezioni, corrispondenti alle 12 ore del giorno e alle 12 ore della notte, attraverso le quali il sole viaggiava ininterrottamente.
Il mito dei cinque giorni epagomeni, già citato nel capitolo precedente, rafforza questo concetto: Nut, proibita da Ra di partorire in qualsiasi giorno dell’anno, ottenne da Thot cinque giorni extra fuori dal calendario standard, permettendole di dare alla luce Osiride, Iside, Seth e Nefti. Questo evento stabilì la base del calendario egizio di 365 giorni, dimostrando quanto la dea fosse profondamente intrecciata alla concezione del tempo.
Nut e l’Oltretomba: La Protezione dei Defunti
Oltre a governare il tempo e il ciclo solare, Nut aveva un importante ruolo funerario. Nella credenza egizia, il viaggio dell’anima nell’aldilà seguiva lo stesso percorso del sole: attraversava le tenebre della notte per giungere alla rinascita.
Molti sarcofagi e tombe dei faraoni erano decorati con immagini di Nut, a testimonianza della sua funzione di protettiva e rigeneratrice dei morti. Nei Testi delle Piramidi, Nut è spesso invocata per accogliere il faraone defunto nel suo grembo celeste, garantendogli un passaggio sicuro verso l’immortalità.
Un’iconografia molto diffusa mostra Nut con le braccia aperte sopra il defunto, come una madre pronta a ricevere il suo figlio nell’aldilà. Questa rappresentazione non era casuale: Nut incarnava il ritorno alla vita attraverso il cosmo, esattamente come il sole rinasceva ogni giorno dopo aver attraversato il mondo sotterraneo.
Nut nell’Arte Egizia: Simbolismo e Iconografia della Dea del Cielo
La figura di Nut, dea del cielo e madre degli dèi, è una delle più ricorrenti nell’arte e nella simbologia religiosa dell’Antico Egitto. La sua iconografia non è solo un elemento decorativo, ma un vero e proprio simbolo cosmologico, utilizzato nei templi, nelle tombe e nei testi sacri per rappresentare il ciclo della vita, della morte e della rinascita.
Come veniva rappresentata Nut?
L’immagine più iconica di Nut è quella in cui appare come una donna arcuata sopra la terra, con il corpo costellato di stelle. Questa posizione raffigura il suo ruolo come volta celeste, separata da Geb, il dio della terra, da Shu, il dio dell’aria.
Nelle raffigurazioni più comuni:
- Nut è sorretta da Shu, che tiene il cielo sollevato per impedire che si ricongiunga con la terra.
- Il suo corpo è ricoperto di stelle, a rappresentare il firmamento e il movimento degli astri.
- Le mani e i piedi toccano l’orizzonte, simboleggiando il ciclo continuo del giorno e della notte.
- Ra, il dio sole, viaggia lungo il suo corpo, entrando dalla bocca al tramonto e rinascendo dal ventre all’alba.
Questa rappresentazione non è casuale: ogni elemento iconografico sottolinea il ruolo di Nut nella cosmologia egizia e nella concezione del tempo.
Nut nei Templi e nelle Tombe: Il Ruolo Funerario
Nut non era solo una dea cosmica, ma anche una divinità protettrice dei defunti. Per questo motivo, la sua immagine compare frequentemente in sarcogafi, piramidi e templi funerari, soprattutto nelle tombe dei faraoni.
- Nei Testi delle Piramidi, Nut è invocata come madre del faraone defunto, accogliendolo nel cielo e garantendogli la resurrezione.
- Nei Testi dei Sarcofagi, viene spesso rappresentata all’interno dei coperchi, in modo che il defunto, guardando verso l’alto, possa essere accolto simbolicamente nel suo grembo.
- Nella tomba di Ramses VI, una delle più celebri della Valle dei Re, l’intero soffitto è decorato con una grande immagine di Nut, dove il viaggio del sole attraverso il suo corpo è rappresentato con dettagli incredibili.
Queste rappresentazioni rafforzano il concetto secondo cui Nut non era solo il cielo fisico, ma anche il portale tra il mondo terreno e l’aldilà.
I Simboli Associati a Nut
Oltre alla sua iconografia tradizionale, Nut era spesso associata a diversi simboli che ne rafforzavano il significato religioso:
- Le Stelle → simboleggiano il suo legame con il firmamento e il ciclo cosmico.
- Il Disco Solare → rappresenta la nascita e il passaggio del sole attraverso il suo corpo.
- La Scala → un simbolo particolare che appare nei Testi delle Piramidi, usato dal faraone per ascendere al cielo e unirsi a Nut.
- L’Albero della Vita → Nut viene talvolta raffigurata come un albero che offre acqua e cibo ai defunti, simbolo di rigenerazione.
Nut e la Sua Influenza nell’Iconografia Egizia
L’immagine di Nut è rimasta una delle più potenti e riconoscibili nella religione egizia. Il suo ruolo come madre del sole e protettrice dei defunti la rese una delle figure più venerate, tanto che la sua iconografia si mantenne costante per oltre 3000 anni.
Ancora oggi, le rappresentazioni di Nut nelle tombe e nei templi egizi sono considerate tra le più affascinanti testimonianze della visione cosmologica egizia, unendo mito, arte e religione in un’unica figura celeste.
Nut: La Madre del Cielo e il Legame tra Vita, Morte e Rinascita
La figura di Nut, la dea del cielo, occupa un ruolo centrale nella mitologia egizia, rappresentando non solo il firmamento stellato, ma anche il ciclo della vita, della morte e della rinascita. Il suo mito si intreccia con il destino delle divinità più importanti del pantheon egizio, dal sole Ra ai suoi figli Osiride, Iside, Seth e Nefti, rendendola una delle divinità più venerate dell’Antico Egitto.
Oltre a essere la madre simbolica del sole e del tempo, Nut fungeva da protettiva e rigeneratrice, accogliendo i defunti nel suo grembo celeste e garantendo loro la rinascita nell’aldilà. Il suo legame con il viaggio del sole e il calendario egizio dimostra quanto la sua presenza fosse radicata nella visione cosmologica degli antichi egizi, influenzando riti, testi sacri e iconografia funeraria.
Ancora oggi, le sue raffigurazioni nei templi e nelle tombe, come quelle della Valle dei Re, ci offrono uno straordinario esempio della concezione egizia dell’universo, in cui il cielo non era un semplice elemento naturale, ma una divinità vivente che garantiva ordine, protezione e rinascita.
La figura di Nut continua ad affascinare non solo gli studiosi di egittologia, ma anche chi è appassionato di mitologia e simbolismo antico. Il suo mito ci ricorda che, per gli egizi, il cielo non era un limite, ma una porta verso l’eternità.
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