La mitologia irlandese è un tesoro di leggende antiche, divinità misteriose e simbolismi profondi che raccontano l’anima di un popolo legato alla natura, alla spiritualità e al potere della parola. Tra le figure più affascinanti del pantheon celtico ci sono Ériu, Banba e Fódla: tre dee sorelle che rappresentano l’essenza stessa dell’Irlanda. Non si tratta solo di divinità della terra, ma di vere e proprie personificazioni dell’isola, legate a doppio filo al concetto di sovranità sacra e alla legittimazione del potere regale.
Queste tre dee celtiche, spesso dimenticate o citate solo nei testi poetici più antichi, custodiscono una delle chiavi di lettura più profonde della cultura irlandese. Ériu, da cui deriva il nome moderno Éire, è la più conosciuta, ma anche Banba e Fódla hanno lasciato un’impronta indelebile nei miti e nelle tradizioni.
Scoprire chi erano queste divinità femminili della mitologia irlandese significa immergersi nelle origini mitiche dell’Irlanda, nel ciclo delle invasioni, e in un sistema simbolico dove la terra è sacra e il femminile è centrale. In questo articolo andremo a esplorare il significato e il ruolo di Ériu, Banba e Fódla, il loro legame con i Milesi, e il motivo per cui il loro nome continua a vivere, anche se spesso in modo invisibile, nella cultura irlandese contemporanea.
Le Tre Dee della Sovranità

Nella mitologia irlandese, Ériu, Banba e Fódla rappresentano una triade sacra di dee legate alla terra e alla sovranità dell’Irlanda. Queste tre sorelle incarnano il principio femminile della natura, della fertilità e del potere regale, elementi centrali nel pensiero celtico arcaico. Non si tratta solo di figure mitologiche, ma di personificazioni spirituali dell’isola stessa: ognuna di loro è un volto diverso dell’Irlanda, con tratti simbolici distinti ma complementari.
Il culto delle divinità femminili nella cultura celtica era profondamente connesso con l’idea di sovranità: la terra veniva vista come una donna sacra, e il re che la governava doveva “unirsi” simbolicamente con essa per legittimare il proprio potere. In questo contesto, Ériu, Banba e Fódla erano le dee della sovranità per eccellenza, interpellate in riti, racconti e cerimonie che univano il piano spirituale a quello politico.
Questa triade può essere letta anche in chiave simbolica: tre aspetti della stessa entità, una sorta di “triplice dea” ante litteram, concetto molto presente in varie tradizioni indoeuropee. Ériu rappresenta l’aspetto visibile e ufficiale, Banba il volto magico e nascosto, Fódla l’identità poetica e spirituale. Insieme costruiscono una narrazione della terra d’Irlanda come essere vivo, sacro e femminile.
È interessante notare che, anche se oggi è il nome di Ériu a sopravvivere nel linguaggio comune – trasformato in Éire, il termine moderno per indicare l’Irlanda – in passato tutte e tre venivano utilizzate per evocare poeticamente l’isola. Questa pluralità di nomi rifletteva la molteplicità di significati che la terra stessa poteva assumere: madre, regina, guardiana, fonte di vita.
Le tre dee non sono solo figure mitiche da ricordare, ma chiavi per comprendere un intero modo di pensare, in cui la sacralità della natura e il ruolo delle donne nella spiritualità celtica erano centrali. Il loro racconto non è solo un’antica leggenda, ma un messaggio simbolico che ancora oggi può risuonare con forza in chi cerca una connessione più profonda con le proprie radici culturali.
Il Mito dell’arrivo dei Milesi

Per comprendere il ruolo centrale di Ériu, Banba e Fódla nella mitologia irlandese, è fondamentale conoscere il contesto in cui compaiono: il ciclo delle Invasioni, una serie di racconti mitici che narrano la successione di popoli giunti in Irlanda sin dalla notte dei tempi. Questo ciclo mitologico, tra i più antichi e affascinanti dell’intera tradizione celtica, culmina con l’arrivo del popolo dei Milesi, considerati gli antenati mitici degli attuali irlandesi.
Secondo la leggenda, i Milesi – guidati dai fratelli Éber e Éremón – approdarono in Irlanda dopo aver lasciato la Spagna, mossi da una profezia e dal desiderio di conquistare una nuova terra. Al loro arrivo, trovarono ad accoglierli non solo i resti di popoli precedenti, ma anche le tre dee della sovranità: Ériu, Banba e Fódla. Queste figure divine si manifestarono ai capi dei Milesi durante l’esplorazione dell’isola, ognuna in un punto diverso del territorio, per porre una richiesta simbolica ma potentissima.
Le tre dee chiesero ai conquistatori una sola cosa: che l’isola venisse chiamata con il proprio nome. Fódla fu la prima a comparire e a chiedere che l’isola si chiamasse come lei. Banba fece lo stesso. Infine, Ériu apparve a Éber Finn sul monte Usneach – considerato il centro sacro dell’Irlanda – e chiese che il suo nome fosse quello ufficiale. I Milesi, riconoscendone l’autorità spirituale, accettarono. Da allora, Ériu è diventata il nome poetico e nazionale dell’Irlanda, trasformato nella lingua moderna in Éire, che ancora oggi compare sui documenti ufficiali e sulle monete.
Tuttavia, anche i nomi Fódla e Banba non sono scomparsi del tutto: sono rimasti nel linguaggio poetico e in alcuni contesti culturali come sinonimi alternativi per riferirsi all’isola. Si tratta di un retaggio che testimonia quanto fosse radicata, nella cultura celtica, la concezione dell’Irlanda come terra viva e sacra, da onorare attraverso i nomi delle sue dee.
Il mito dell’incontro tra i Milesi e le tre dee non è solo un racconto mitologico: è una narrazione simbolica del passaggio di potere, della legittimazione della sovranità attraverso il riconoscimento del femminile sacro. L’atto di dare un nome alla terra – o meglio, di riceverlo da una divinità – rappresentava il massimo gesto di unione tra il popolo e la terra stessa, elemento fondante della spiritualità celtica.
Questo racconto mostra con chiarezza quanto fosse importante, per gli antichi irlandesi, la connessione tra mitologia, identità nazionale e territorio. Una connessione che, nonostante i secoli, continua a riaffiorare ogni volta che si pronuncia il nome Éire.
Ériu: la Dea eponima dell’Irlanda
Tra le tre dee della sovranità, Ériu è quella che ha lasciato l’impronta più profonda nella storia e nell’identità culturale dell’Irlanda. Il suo nome, trasformato in Éire nella lingua irlandese moderna, è ancora oggi utilizzato ufficialmente per indicare il Paese. Una sopravvivenza linguistica e simbolica che rende Ériu una figura unica nel panorama delle divinità celtiche.
Ériu, secondo le fonti mitologiche, era una dea della terra, associata alla fertilità, alla forza primordiale della natura e al legame tra il popolo e il suolo. Ma non era solo una divinità agricola: era anche la dea della sovranità, colei che concedeva legittimità al potere regale attraverso un’unione simbolica con il re. Questo concetto, ricorrente nella mitologia celtica, si fondava sull’idea che la terra fosse una regina, e che solo chi ne rispettava lo spirito poteva governarla.
Il nome Ériu appare in numerosi testi mitologici, tra cui il Lebor Gabála Érenn (Il Libro delle Invasioni d’Irlanda), dove viene descritta come una figura imponente, dotata di grande saggezza e forza spirituale. Il suo incontro con i Milesi è il momento chiave del mito: quando chiede che il suo nome venga dato alla terra, non è solo una richiesta nominale, ma un patto sacro tra la dea e i nuovi abitanti dell’isola.
Il fatto che i Milesi abbiano accettato il nome Ériu come denominazione ufficiale è altamente simbolico: significa che hanno riconosciuto la sacralità della terra e la sua identità femminile. È proprio da questo atto che nasce il nome Éire, usato ancora oggi in contesti istituzionali, sui passaporti, sulle monete euro e nei documenti ufficiali della Repubblica d’Irlanda.
Ma Ériu non è solo un nome: è un’idea incarnata, un archetipo che racchiude in sé il cuore stesso dell’Irlanda. Rappresenta la natura selvaggia, il paesaggio verde e tempestoso, la resistenza culturale e il senso di appartenenza a una terra ricca di memoria. Non a caso, nel corso dei secoli, Ériu è stata riscoperta e celebrata da poeti, scrittori e movimenti nazionalisti come simbolo dell’identità irlandese più autentica.
A differenza delle sue sorelle Banba e Fódla, Ériu non è mai scomparsa dal linguaggio e dalla coscienza collettiva. È diventata parte integrante del nome stesso del Paese, e con essa, tutta la simbologia della dea madre e della terra sacra è rimasta viva, anche nei secoli della cristianizzazione e della colonizzazione.
Nel nome Éire si conserva quindi molto più di una semplice etichetta geografica: si conserva la memoria di una divinità che ha scelto di dare il proprio nome a un popolo. Una presenza silenziosa ma potente, ancora oggi presente in ogni parola, in ogni mappa, in ogni riferimento alla verde isola d’Irlanda.
Banba e Fódla: le dee dimenticate
Se Ériu ha lasciato un segno profondo nel nome e nell’identità dell’Irlanda moderna, le sue sorelle Banba e Fódla rappresentano invece le dee dimenticate. Eppure, nel mito originario, il ruolo delle tre sorelle era paritario. Ognuna di loro, incontrando i Milesi, chiedeva che l’isola venisse battezzata con il proprio nome, come forma di riconoscimento e rispetto verso la terra sacra.
Banba, spesso descritta come la più antica delle tre, era associata agli aspetti più profondi e misteriosi della terra. Il suo nome è stato usato a lungo nella poesia epica irlandese come sinonimo dell’isola, soprattutto nei contesti più solenni. Alcuni studiosi ipotizzano che Banba rappresentasse la parte più primitiva e potente della natura, quella connessa ai cicli oscuri, alla rigenerazione e al potere nascosto. È anche probabile che il suo culto fosse legato a zone specifiche, come la regione settentrionale dell’isola.
Fódla, la terza sorella, ha un nome che deriva probabilmente da una parola antica per “zolla di terra” o “sottosuolo”, indicando una forte connessione con l’elemento tellurico. Anche Fódla è stata spesso usata in testi poetici e politici come metafora dell’Irlanda stessa, in particolare in periodi in cui l’identità nazionale veniva evocata in modo simbolico e allegorico. Si tratta di un nome che porta con sé un senso di poesia, spiritualità e malinconia, quasi come se rappresentasse l’anima nascosta della terra.
Sebbene oggi Ériu sia il nome più conosciuto e ufficiale dell’Irlanda, Banba e Fódla continuano ad apparire in contesti culturali e letterari, mantenendo viva quella triade femminile sacra che fonda simbolicamente l’isola. I tre nomi insieme – Ériu, Banba e Fódla – costituiscono un codice poetico ancora usato in certi ambienti letterari, per evocare l’essenza antica e spirituale della nazione.
Questa progressiva marginalizzazione di Banba e Fódla rispetto a Ériu non è un caso isolato nella mitologia: accade spesso che una figura assuma il ruolo centrale, mentre le altre diventino simboli più sfumati, relegati alla tradizione orale o alla scrittura arcaica. Ma nel contesto irlandese, questo passaggio porta con sé un significato importante: dimostra come l’identità dell’isola sia stata costruita su una pluralità di voci femminili, ognuna con il proprio linguaggio, il proprio volto, il proprio mistero.
Riscoprire Banba e Fódla oggi significa non solo recuperare due nomi della mitologia celtica poco noti al grande pubblico, ma anche riconoscere la ricchezza simbolica di una cultura che ha saputo rappresentare il territorio non come qualcosa da conquistare, ma come una presenza viva, femminile e sacra da cui ricevere il diritto a esistere e a governare.
Il potere femminile nella mitologia celtica
Uno degli aspetti più affascinanti della mitologia celtica è la centralità del principio femminile. In molte tradizioni antiche, le donne erano rappresentate come custodi della vita, della saggezza e della connessione con il divino, ma nel mondo celtico questo ruolo si traduceva in una presenza attiva e autorevole nel mito e nel simbolismo politico. Ériu, Banba e Fódla ne sono l’esempio più emblematico.
Queste tre dee non erano figure di sfondo o semplici allegorie naturali. Erano divinità della terra, certo, ma anche detentrici del potere sacro, coloro che decidevano se un re fosse degno di regnare. Il concetto di sovranità sacra, diffuso in tutto il mondo celtico, prevedeva che la terra fosse una regina, una dea, con cui il futuro sovrano doveva entrare in comunione. Senza l’approvazione della dea, nessun potere poteva dirsi legittimo.
Non si trattava solo di un rituale simbolico, ma di una visione del mondo in cui il femminile aveva un ruolo decisivo nella vita pubblica, anche se in forma spirituale. Il re non governava “su” una terra, ma “con” essa, incarnata dalla dea. Ériu, in particolare, veniva vista come la madre dell’isola, ma anche come la sua guida, colei che offriva la propria forza vitale a chi si dimostrava in grado di servire il popolo con giustizia.
Questo concetto si riflette anche in altre figure femminili della mitologia irlandese. Pensiamo a Medb, regina guerriera e incarnazione della sovranità nel Táin Bó Cúailnge, o alla Mórrígan, dea della guerra, del destino e della trasformazione. O ancora a Brigid, figura ponte tra paganesimo e cristianesimo, associata alla poesia, alla guarigione e alla fertilità. Tutte rappresentano, in modi diversi, il potere creativo, rigenerativo e spesso anche distruttivo del principio femminile.
In questo contesto, Ériu, Banba e Fódla non sono solo tre nomi legati all’Irlanda, ma archetipi di una terra viva, che pensa, sceglie, parla. Il loro valore mitico si estende oltre la leggenda e ci porta a riflettere su un passato in cui il rapporto tra l’essere umano e la natura era più equilibrato, rispettoso e spiritualmente integrato.
La forza di queste dee ci ricorda che, in tempi antichi, il potere non era solo forza militare o autorità politica, ma alleanza sacra con le energie della terra. E queste energie avevano un volto femminile, non sottomesso, ma fiero, autorevole, imprescindibile.
Domande Frequenti su Ériu, Banba e Fódla
Ériu, Banba e Fódla erano tre dee sorelle della mitologia celtica, associate alla terra d’Irlanda e al concetto di sovranità sacra. Secondo il mito, ognuna di loro rappresentava un aspetto dell’isola e chiedeva ai Milesi, ultimi invasori mitici, di dare il proprio nome alla terra. Il nome Ériu fu infine scelto, diventando Éire, ma anche Banba e Fódla sono rimasti come nomi poetici dell’Irlanda.
Il nome Éire (Irlanda in irlandese moderno) deriva direttamente da Ériu, la più nota delle tre dee. Quando i Milesi arrivarono sull’isola, Ériu chiese che l’isola portasse il suo nome, e la sua richiesta fu accettata. Questo gesto simboleggia l’approvazione della dea verso il nuovo popolo e rappresenta la legittimazione spirituale della loro presenza sulla terra sacra.
Banba e Fódla, pur non dando il nome ufficiale all’isola, avevano un ruolo ugualmente importante nella mitologia celtica. Rappresentavano due aspetti complementari della sovranità e della spiritualità irlandese. I loro nomi furono utilizzati in epoca arcaica nella poesia e nella letteratura per riferirsi all’Irlanda, come simboli alternativi del suo spirito e della sua identità.
Sì, soprattutto Ériu, che continua a vivere nel nome ufficiale dell’Irlanda, Éire. Banba e Fódla sono meno conosciute dal grande pubblico, ma il loro nome viene ancora utilizzato in ambito poetico e culturale. Inoltre, negli ultimi anni sono state rivalutate nei movimenti neopagani e in studi di spiritualità celtica, come simboli del potere femminile e dell’identità arcaica dell’isola.
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